Una delle stagioni più brutte dell’Akragas. Sempre più giù, sempre più ultima. Le residue speranze di evitare la retrocessione diretta si sono spente al triplice fischio dell’arbitro Gambacurta di Enna. I biancazzurri – oggi in divisa viola – hanno dato il lascia passare al Sant’Agata che nei minuti di recupero, vincendo 2 a 1, ha portato via i preziosissimi tre punti dall’Esseneto.
Akragas condannata da un calcio di rigore trasformato da Faccetti ma va rimarcato che la squadra di Favarin ha evidenziato i soliti limiti tecnici. Pochissime occasioni gol, pochi tiri in porta. Sant’Agata più volitiva e determinata.
Gli ospiti sono riusciti a sbloccarla con Catalano. Il pareggio momentaneo dell’Akragas su rigore siglato da Mudrinski.
Nella ripresa l’Akragas ha una buona occasione con Meola ma la spunta il Sant’Agata che al 93esimo pesca il “jolly”. Dagli undici metri segna Faccetti e l’Akragas resta in nove uomini per le espulsioni di Gningue (il suo fallo ha causato il rigore) e Tuccio per proteste.
Ancora un epilogo amaro per l’Akragas e nuova delusione per i tifosi. Il futuro è sempre più nebuloso.
Ancora una sconfitta per l’Akragas, la quarta di fila. Biancazzurri battuti in trasferta dalla Scafatese. Tre a uno il risultato finale di una partita nella quale gli agrigentini hanno provato a dare fastidio ai più quotati avversari ma hanno dovuto cedere.
L’Akragas di Favarin ha resistito 38 minuti prima di incassare il gol di Foggia. Nel secondo tempo, dopo 12 minuti, il raddoppio gialloblù con Neglia. L’Akragas accorcia le distanze con Lo Faso 8 minuti ma la Scafatese non molla la presa e mette in cassaforte il match siglando la terza rete con Santarpia.
L’Akragas esce dal campo con un nuovo risultato negativo. Nonostante i buoni propositi non è riuscita a compiere l’impresa. La classifica è molto amara per il club agrigentino, ultimo con 14 punti.
L’aritmetica tiene, però, ancora in corsa l’Akragas. I play out non sono facili da centrare ma non impossibili. Domenica prossima all’Esseneto arriva il Sant’Agata che precede i biancazzurri di quattro lunghezze. Conterà solo la vittoria per provare ad alimentare le sempre più flebili speranze di evitare la retrocessione diretta in Eccellenza.
“L’Akragas resterà sempre nel mio cuore, ma la mia esperienza si chiude qui. Ho dato mandato all’amministratore unico Graziano Strano di consegnare ufficialmente la squadra al sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè”.
Si conclude così una lettera di Giuseppe Deni nella quale annuncia l’addio all’Akragas.
“Ogni percorso ha una fine, e oggi è il giorno dei saluti. Nel 2021, con entusiasmo e amore per la mia città, ho deciso di acquisire l'Akragas, consapevole delle sfide che mi attendevano. Sin dal primo anno ho cercato di dare solidità alla squadra, raggiungendo con l'allenatore Nicola Terranova la finale playoff, purtroppo persa contro il Martina Franca. La stagione successiva, sempre con mister Terranova, abbiamo conquistato la promozione in Serie D, un traguardo importante per il club e per la città.
Il primo anno in Serie D, con l’allenatore Marco Coppa, è stato un campionato di assestamento, chiuso con la salvezza ottenuta in anticipo. Parallelamente, ho combattuto per ottenere dalla politica locale la concessione dello stadio, fondamentale per garantire alla società una sostenibilità economica. Purtroppo, però, le istituzioni sono rimaste sorde ai nostri appelli.
Da sognatore quale sono, ho deciso di tentare ancora, investendo maggiori risorse per rafforzare la rosa, convinto che nell'anno di Agrigento Capitale della Cultura ci sarebbe stato un minimo di attenzione in più verso l'Akragas e il suo valore sociale, specie per i giovani. Purtroppo, tra una serie di eventi sfortunati e una stagione sportiva al di sotto delle aspettative, abbiamo raggiunto il punto più critico del nostro percorso.
Ho fatto sacrifici personali ed economici per tenere in piedi il progetto, chiedendo sostegno a imprenditori, istituzioni e tifosi. Il risultato, però, è stato amaro: oltre all'indifferenza, ho dovuto affrontare anche minacce morali e fisiche da una frangia isolata della tifoseria, che mi ha accusato di averli definiti "ubriaconi". Un'accusa ingiusta e strumentalizzata contro di me, poiché il termine era rivolto esclusivamente a due o tre persone che, a mio avviso, agivano da detrattori, e non certo ai tifosi che sostengono la squadra con passione, anche in trasferta. Lascio con il rammarico di aver dato tutto senza ricevere in cambio nemmeno il rispetto per il mio impegno”.
Per l’Akragas, ultima in classifica nel campionato di serie D, inizia un’altra partita, quella più importante legata al futuro.
L’epilogo della prima domenica di febbraio è stato come tanti quest’anno: la squadra dell’Akragas fischiata e contestata sotto la Curva Sud. L’ennesima amara e bruciante sconfitta interna che, a differenza delle altre, sa di resa.
Lo fa pensare come è maturata. Contro una non certo irresistibile Igea Virtus l’Akragas ha incassato due gol in pochi minuti e non ha per nulla mostrato voglia di lottare, grinta, determinazione. Si è vista una squadra senza mordente, scarica, evanescente.
Sconfitta ineccepibile (la 14esima stagionale) che aggrava la già critica situazione di classifica. I biancazzurri sono ultimi con 14 punti. La matematica tiene in vita la squadra di Favarin ma ad Agrigento oramai quasi nessuno crede nell’impresa. Nell’entourage akragantino si auspicava un girone di ritorno da protagonisti per risalire la classifica e, invece, il copione finora è praticamente lo stesso della prima parte della stagione e l’organico subisce frequenti modifiche.
Una situazione molto difficile e, forse, in evoluzione. La società ha indetto il silenzio stampa fino a data da destinarsi. I tifosi, intanto, continuano a chiedere a Deni di lasciare l’Akragas.
Il problema di classifica resta. L’Akragas continuando così si avvia alla retrocessione in Eccellenza, dopo appena due anni dalla promozione conquistata con merito ma anche con una buona dose di fortuna. Un vero peccato per una piazza appassionata. Anche nella gara contro l’Igea Virtus i tifosi della Sud hanno sostenuto la squadra dal primo all’ultimo minuto con grande calore. Un pubblico che merita certamente ben altro.
Domenica prossima l’Akragas è attesa dalla difficilissima trasferta di Scafati.
Il quattro a zero inflitto dalla Sancataldese pesa come un macigno. Per l’Akragas certamente un passo indietro sul piano della prestazione e delle motivazioni. Lo ha riconosciuto in sala stampa il tecnico Giancarlo Favarin.
“Non mi aspettavo una prestazione simile e ciò che mi sento di dire è innanzitutto scusa ai tifosi che ci hanno seguito e alla società.
Dopo la partita col Favara immaginavo una reazione diversa. Mi assumo la responsabilità perché ho fatto delle scelte sbagliate che si sono rivelate disastrose ed il risultato è in parte colpa mia.
Con la squadra avrò modo di confrontarmi in settimana perché cullare delle ambizioni con queste prestazioni forse siamo fuori strada. Speranze di salvezza? Con questo atteggiamento difficile venire fuori da questa situazione”.
L’Akragas perde anche la sfida salvezza del Valentino Mazzola. I biancazzurri incassano un pesantissimo quattro a zero dalla Sancataldese. Un duro colpo, l’ennesimo, dopo la bruciante sconfitta della settimana precedente contro la Castrum Favara.
La squadra di Favarin sembra essere ripiombata nel tunnel della negatività. La Sancataldese ha fatto un sol boccone di un’Akragas assai fragile che ha perso anche Tuccio per infortunio dopo pochi minuti di gioco.
I verdeamaranto la sbloccano dopo un quarto d’ora grazie a Montaperto. Il raddoppio nel secondo tempo (62esimo) con Tedesco. Il terzo gol su calcio di rigore trasformato da Montaperto e nei minuti di recupero segna anche Chris Gueye, neo acquisto della Sancataldese.
L’unico tiro in porta dei biancazzurri a firma di Lo Faso negli ultimi minuti. Nulla di più. L’attaccante Mudrinski sotto tono, incapace di incidere. Nella seconda parte del match gli agrigentini sono rimasti in dieci per l'espulsione di Di Modugno.
Un quattro a zero netto davanti ad una bellissima cornice di pubblico di fede agrigentina. In circa duecento hanno riempito la gradinata del “Mazzola” incitando la squadra con cuore e passione. Tifosi davvero encomiabili. La squadra però non è riuscita a ricompensare l’affetto ricevuto. Al termine della gara contestazione nei confronti dell’attuale proprietà.
Per l’Akragas è uno dei più brutti periodi degli ultimi anni. Domenica prossima allo stadio Esseneto arriva l’Igea Virtus.
Delusione e amarezza ma in casa Akragas c’è ancora voglia di lottare per provare ad evitare la retrocessione diretta.
Il tecnico Giancarlo Favarin commenta così la pesante sconfitta interna con la Castrum Favara. “Nel primo tempo potevamo e dovevamo chiudere la partita ma quando ci si rende conto di non poterle vincere non bisogna perdere. Siamo stati ingenui. Il nostro giocatore avrebbe dovuto evitare quel fallo in area. Dispiace anche perché avevamo fatto una buona partita davanti ad una bella cornice di pubblico. Ma a noi servono i punti e oggi è una sconfitta sanguinosa”.
In sala stampa anche il patron Giuseppe Deni che prova a risollevare il morale dell’ambiente.
“L’unico protagonista in negativo è stato l’arbitro. Concedere al 90esimo un rigore dubbio significa rovinare una bella partita. Penso che ai punti l’Akragas avrebbe meritato la vittoria anche se la Castrum Favara ha dimostrato di essere una squadra quadrata. Il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto per entrambi.
Di questa domenica valuto due cose positive: il ricompattamento della tifoseria ed un’Akragas ben messa in campo che ha giocato una buona partita considerando che eravamo privi praticamente del centrocampo a causa delle assenze di Meola e Palazzolo.
Desidero rivolgere un appello alla tifoseria e a tutta la città. Mancano ancora 14 partite e la classifica è molto corta. Sono sicuro che se l’Akragas continuerà a giocare con questa determinazione salvare la categoria non sarà impossibile. Sarà fondamentale remare tutti nella stessa direzione”.
Il “cucchiaio” di Baglione dal dischetto è un boccone amaro per l’Akragas che nei minuti di recupero è costretta ad incassare una pesantissima sconfitta interna con la Castrum Favara.
La sfida sul terreno fangoso dello stadio Esseneto va agli ospiti che sfruttano il calcio di rigore concesso senza esitazione dall’arbitro Polizzotto di Palermo per un fallo di De Marino, che è stato anche espulso.
Una doccia fredda per l’Akragas che sperava di dare continuità alla vittoria esterna di sette giorni fa a Pompei.
Davanti ad un pubblico che l’ha incitata dal primo all’ultimo minuto la squadra di Favarin non è riuscita nell’intento. Non è mancata certamente la volontà ma i biancazzurri non sono riusciti a scardinare l’attenta retroguardia favarese. E’ stata una bella partita, sostanzialmente equilibrata, con capovolgimenti di fronte. Akragas e Castrum Favara non si sono risparmiate ed entrambe hanno avuto l’opportunità di andare in gol, soprattutto nel primo tempo.
Mister Favarin nel secondo tempo ha fatto esordire l’attaccante Mudrinski. Il croato dopo pochi secondi ha avuto una ghiottissima palla gol ma l’ha fallita. Seppur priva a centrocampo di Meola e Palazzolo, l’Akragas ha avuto maggiormente l’iniziativa ma la Castrum Favara ha retto bene impegnando anche l’estremo difensore Dregan.
Agonismo, grinta e voglia di fare bene da entrambe ma a spuntarla è stata, appunto, la Castrum Favara di mister Infantino che conquista tre punti importanti per la salvezza. Continuando così i gialloblù non avranno problemi a centrarla.
Per l’Akragas uno stop in casa che fa male. Nel secondo tempo avrebbe dovuto fare di più. Sconfitta bruciante che ferma l’onda positiva e smorza l’entusiasmo che si stava riaccendendo. I biancazzurri restano ultimi in classifica con 14 punti. Domenica prossima la delicata trasferta con la Sancataldese.