Voglia di Akragas, un nome che per gli appassionati di calcio di Agrigento è un pezzo di cuore che non muore mai, nonostante fallimenti e ritiri dai campionati in corso, opera negli anni di gestioni societarie assolutamente deficitarie.
Voglia di Akragas perché tifare per questa squadra ad Agrigento ha un fascino diverso, unico, che conquista bambini, giovani, adulti, anziani e donne.
Voglia di Akragas per tornare all’Esseneto con la speranza di rivedere una squadra pensata e guidata da una società seria e solida, capace di rilanciare un club che vanta anche bellissime pagine di storia.
L’Akragas potrebbe rinascere grazie ad un progetto in fase organizzativa che presto potrebbe riservare belle prospettive. Le riunioni si susseguono già da tempo e si stanno vagliando una serie di possibilità per ripartire al meglio.
I buoni propositi non mancano e in tutti c’è il forte desiderio di tornare a pronunciare prestissimo il nome Akragas, possibilmente in una categoria consona al blasone del club e della città capoluogo di provincia, capitale italiana della cultura 2025.
Come dire che l’anno potrebbe concludersi meglio di quanto si pensasse. Potrebbe, si, perché non dipenderà soltanto dal nuovo gruppo dirigente. Al momento è un auspicio. I tifosi sono pronti. L’Esseneto aspetta l’Akragas.
Nel buio momentaneo del calcio ad Agrigento si accende una luce. E’ quella dell’Atletico Agrigento che dopo 17 anni di affiliazione ai campionati riservati al settore giovanile decide di iscrivere alla prossima stagione una prima squadra di calcio a undici.
A darne notizia è la stessa società in una nota firmata dal presidente Michele Fodale.
L’Atletico Agrigento, gestita da Lillo e Alessio Capraro, si propone, dunque, in città dopo la scomparsa dell’Akragas. Al club si sono avvicinati alcuni professionisti e appassionati con l’intento innanzitutto di far rinascere il calcio e valorizzare i giovani calciatori agrigentini.
Non si conosce ancora la categoria dalla quale partirà: per questo bisognerà attendere.
L’Atletico Agrigento potrebbe non essere l’unica nuova realtà calcistica in città. Dopo la grande amarezza legata alla mortificante stagione dell’Akragas, culminata col ritiro dalla serie D, i tifosi attendono progetti credibili per tornare prima possibile nel calcio che conta.
Castrum in D, Licata in Eccellenza. Al triplice fischio i tifosi di Favara possono liberare la gioia e festeggiare meritatamente una salvezza raggiunta in extremis.
La Castrum Favara si è aggiudicata il play out del “Bruccoleri” col risultato di due a zero grazie alle reti nel secondo tempo di Bontà e Baglione. Gol pesantissimi che valgono una stagione e servono ai gialloblù a conservare il posto in quarta serie.
La squadra di Piero Infantino aveva dalla sua due risultati su tre – vittoria e pareggio - in virtù del miglior piazzamento nella stagione regolare. Il Licata era, invece, obbligato a vincere.
Sul campo ha prevalso la squadra che ci ha messo di più. Primo tempo sostanzialmente equilibrato ma la Castrum Favara è andata vicinissima alla rete. Solo la traversa ha negato a La Piana la gioia del gol con un tiro da fuori area.
Nella ripresa padroni di casa più intraprendenti e volitivi, premiati dai gol al 65esimo di Bontà su colpo di testa e Baglione al 72esimo in semirovesciata.
Il Licata accusa il duro colpo, non riesce a creare particolari pericoli alla porta favarese e chiude la gara in dieci uomini.
Da evidenziare due spiacevoli episodi. Ad un quarto d’ora dalla fine del tempo regolamentare dalla curva occupata dai sostenitori del Licata qualcuno strappa i tiranti della rete della porta. La partita viene sospesa per diversi minuti. Disordini sugli spalti anche poco prima dell’inizio della gara tra le due tifoserie.
Sul campo è il trionfo della Castrum Favara. La tanto desiderata salvezza è conquistata. Complimenti al gruppo gialloblu per aver centrato l'importante obiettivo, frutto di sacrifici e determinazione. A fine partita grande festa anche negli spogliatoi. In sala stampa grande soddisfazione nell’ambiente favarese. Delusione e amarezza in casa Licata per l’amara retrocessione in Eccellenza.
Il prossimo anno in serie D a rappresentare la provincia di Agrigento sarà solo la Castrum Favara. Fanno certamente male al movimento calcistico nostrano il ritiro dell’Akragas e la retrocessione del Licata.
Il campionato di serie D per l’Akragas finisce qui. Ora è ufficiale. Il club lo ha annunciato con un comunicato nel quale precisa, però, che prosegue l’attività giovanile.
Il testo integrale
“La Società dell’Akragas comunica ufficialmente di aver trasmesso alla Lega Nazionale Dilettanti la propria rinuncia improrogabile alla prosecuzione del campionato di Serie D.
Dopo un’attenta e sofferta valutazione, il club ha preso atto dell’impossibilità di garantire la continuità della stagione agonistica a causa di difficoltà gestionali ed economiche che non consentono di proseguire il percorso intrapreso.
Nonostante questa difficile decisione, la Società conferma il proprio impegno nella crescita dei giovani talenti e proseguirà regolarmente le attività del settore giovanile, con l'obiettivo di garantire continuità e sviluppo al movimento calcistico locale”.
La buona volontà non è mancata ma non è riuscita ad andare oltre. Akragas sconfitta al “Granillo” dalla Reggina. Gli amaranto di Trocini si sono imposti con un secco due a zero maturato nel secondo tempo.
Nella prima parte di gara l’Akragas, ben posizionata sul rettangolo di gioco, è riuscita a contenere la Reggina chiudendo bene gli spazi. Nella seconda frazione i biancazzurri hanno dovuto cedere. A sbloccarla è Barranco subentrato in avvio di ripresa.
Il raddoppio è firmato da Urso con un gran tiro dalla distanza che nel finale trafigge il portiere Gerlero.
Per l’Akragas è sempre più buio e con tante incognite sul futuro.
Un punto più per l’onore che per la classifica. All’Esseneto l’Akragas conquista il pari, senza gol, nella sfida con l’Acireale. Gara in un clima diverso dal solito: curva vuota, senza il tifo organizzato. I tifosi, infatti, come avevano preannunciato, in segno di protesta hanno disertato lo stadio e sono rimasti fuori. Chiedono un totale rinnovamento dirigenziale, di voltare pagina per provare a ripartire.
L’Akragas priva di numerosi giocatori tra squalifiche, infortuni e qualche addio, ha giocato con impegno, determinazione e cuore. I ragazzi di Favarin hanno provato a conquistare l’intera posta in palio ma non sono riusciti a superare la retroguardia acese.
Gli ospiti, galvanizzati dalla sorprendente vittoria col Siracusa, hanno dovuto fare i conti con una squadra volitiva, che – come si dice in questi casi – ha messo il cuore oltre l’ostacolo per provare a regalare la vittoria ai pochi tifosi sugli spalti.
L’Acireale ci ha provato in diverse occasioni con Sueva e Mokulu ma il portiere Gerlero è stato bravo a neutralizzare.
L’Akragas prova a pungere in avanti con Mudrinsk. L’attaccante sul finire di partita colpisce anche il palo ma per l’assistente era in posizione irregolare. L’Acireale ha giocato in dieci uomini per l’espulsione dal 75esimo di Romano.
Finisce zero a zero. Un punto che serve a poco all’Akragas. La squadra di Favarin si avvia alla retrocessione e restano tanti punti interrogativi sul futuro.
L’ennesima amarezza di una stagione alquanto tribolata è arrivata a Ragusa. Akragas battuta con un perentorio tre a zero. I ragazzi di Favarin hanno resistito 42 minuti quando si sono dovuti arrendere al gol di Crisci. Nel secondo tempo - al 28esimo - il rigore trasformato da Ahmetaj e al 50esimo il tris di Solmonte.
Per i biancazzurri la 17esima sconfitta in campionato e ultimo posto con appena 14 punti frutto di 3 vittorie e 5 pareggi.
Un bottino magro che sul campo sta lentamente portando la squadra alla retrocessione. Tifosi oramai rassegnati a questo epilogo anche se sono in tanti a chiedersi quale sarà il futuro del club. Difficile ora decifrarlo anche perché la priorità è concludere il campionato nel migliore dei modi, salvando l’immagine della società e della città di Agrigento.
Mentre l’Akragas vive uno dei periodi più bui della propria storia, l’annuncio nei giorni scorsi che lo stadio Esseneto – si spera entro il 2025 - sarà dotato dell’impianto di illuminazione. Un’opera attesa da molti anni.
Fino a poco tempo fa questa notizia avrebbe fatto esplodere la gioia dei tifosi dell’Akragas. Come si sa le torri faro sono fondamentali per poter disputare campionati professionistici ma considerata la “disperata” attuale situazione in pochi riescono ad esultare per la bella notizia.
Una delle stagioni più brutte dell’Akragas. Sempre più giù, sempre più ultima. Le residue speranze di evitare la retrocessione diretta si sono spente al triplice fischio dell’arbitro Gambacurta di Enna. I biancazzurri – oggi in divisa viola – hanno dato il lascia passare al Sant’Agata che nei minuti di recupero, vincendo 2 a 1, ha portato via i preziosissimi tre punti dall’Esseneto.
Akragas condannata da un calcio di rigore trasformato da Faccetti ma va rimarcato che la squadra di Favarin ha evidenziato i soliti limiti tecnici. Pochissime occasioni gol, pochi tiri in porta. Sant’Agata più volitiva e determinata.
Gli ospiti sono riusciti a sbloccarla con Catalano. Il pareggio momentaneo dell’Akragas su rigore siglato da Mudrinski.
Nella ripresa l’Akragas ha una buona occasione con Meola ma la spunta il Sant’Agata che al 93esimo pesca il “jolly”. Dagli undici metri segna Faccetti e l’Akragas resta in nove uomini per le espulsioni di Gningue (il suo fallo ha causato il rigore) e Tuccio per proteste.
Ancora un epilogo amaro per l’Akragas e nuova delusione per i tifosi. Il futuro è sempre più nebuloso.